I soprani neri – DAL DIARIO DELLA SEGRETARIA MORTA

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“24 Dicembre 2017

Caro amore, la giornata di ieri è stata orribile. Il riscaldamento in sede non funzionava, si è rotto un tubo e un cane mi ha morso il tallone, ma ancor peggio è stata la serata a selezionare le tue coriste, davvero disgustose. I loro curricula li ho buttati subito nel cesso, mi sono trascritta giusto le loro email per inviare al più presto i solleciti di pagamento. Quando vieni? Ci aspetta il paradiso forever.”

Questo era il tono di una pagina del diario della segretaria assassinata. Le coriste, furibonde, programmarono di profanare la sua tomba non appena fosse stata installata alla certosa, ma continuarono a leggere.

“Una si è presentata con la chitarra e, al mio invito di posarla, ha intonato una versione de La mula de Parenzo invitando tutte ad unirsi. Quelle hanno cominciato a battere le mani e far gorgheggi e mi è venuto il mal di testa. Te lo dico senza mezzi termini: con quelle voci puoi metter su un coro da strada di periferia, ma una periferia molto lontana dal centro, in zona industriale, dove andarci la domenica quando i capannoni sono chiusi. Facciamo che affitto un capannone che costa poco e le incontri una volta o due là dentro, io aumento il riscaldamento e le facciamo sobbollire mentre gorheggiano.
Comunque ho tagliato corto dicendo loro che le avremmo a breve convocate, che ti trovavi all’estero ma saresti arrivato presto. Ma quando arrivi?”

– Basta, è troppo, dobbiamo beccare il maestro e consegnarlo alla giustizia – disse la più alta togliendosi una scarpa e torcendo nervosamente il tacco tra le dita
– Prima il maestro passa di qua e gli facciamo un concerto – affermò la cattivella – garantito!
– Calma ragazze, non possiamo rivolgerci alla giustizia – disse la saggia
– Ah già, la giustizia siamo noi – disse la fatina estraendo il machete da sotto il golfino coi brillantini.

Mentre così ragionavano venne lo spazzacamino con i suoi strumenti e portò un pò di quiete ed allegria. La castana cattivella scattò molte fotografie, anche delle pagine del diario. La mezzabionda atterrita sgranava gli occhi chiedendo ripetutamente allo spazzacamino se suonasse a orecchio o con gli spartiti. Lo spazzacamino  le diede un flauto traverso imponendole di soffiarci dentro per farla star zitta. Così danzarono fino a notte fonda. La più nera indossava una gonna lunga e larga che spostava correnti d’aria. Alcuni ragni attoniti negli angoli della sede del CantEN stavano immobili per paura di quel vento.

Sigla:  https://www.youtube.com/watch?v=DGm6wPDsrRw

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