Archivio mensile:dicembre 2017

I soprani neri – LA SELEZIONE

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la mascotte dei neri soprani

La stanza d’attesa era fredda, non si tolsero i cappotti e nemmeno i cappelli né le sciarpe di lana. Le loro scarpe erano assurde, ma lasciamo perdere. Due si misero a parlare tra loro fittamente senza ritegno, quella alla loro destra cercava di capire cosa si dicessero mentre quella alla loro sinistra sfogliava ansiosamente le pagine di un vecchio libro di musica, la vicina di sedia infastidita ciucciava caramelle, le altre tre ridacchiavano sbirciando i cellulari l’una dell’altra, finché la nona, che sembrava la più saggia di tutte, battè i piedi e disse:
– Porca  miseria che freddo fa qui, ma non c’è il riscaldamento? –
– Dove credi di essere al Petruzzelli? – disse la più esperta.
– Ma a voi sembra normale fare un’audizione in un posto del genere? – esclamò la più piccolina.
– Se fossi normale non sarei proprio venuta – disse la mora.
– Oddio vuoi dire che questo è un manicomio? – esclamò la più ansiosa.
– Siete alcoliste? – chiese la più alta.
– Avete mai cantato? Perché non si direbbe proprio a guardarvi – disse quella con il libro di musica.
– E tu cos’hai lì dentro? Guarda che l’annuncio era per cantare – grugnò la castana rivolgendosi alla rossa.
– Ho portato la mia chitarra  – rispose la rossa.

Questa fu la prima conversazione tra le nove donne che stavano appena cominciando a conoscersi quando, con un cigolìo sinistro, si aprì la porta in fondo alla stanza da cui penetrò un vento freddo diffondendo una voce spettrale:

– Entrate –

A sentir quell’invito tutte iniziarono a tremare: quella ansiosa afferrò il braccio della più esperta che incespicò nella sedia tuffandosi sulla piccolina che cadde all’indietro franando su quella alta che si appoggiò sulla castana che cascò su quella col libro di musica che cadde sulla mora che colpì la rossa che picchiò la testa sulla sua chitarra e svenne. La saggia prese in mano la situazione e spinse tutte dentro entrando per ultima. L’interno era un salone gelido con soffitti altissimi ed enormi finestre. In fondo stava una scrivania dove una piccola donna sedeva immobile vestita di nero alla fioca luce di una lampada a petrolio.

– Avvicinatevi, bambine – disse la donna agitando un dito unghioso e un po’ sozzo. Teneva una mela rossa sul tavolo e ne offrì loro un morso, ma poiché tutte rifiutarono prese carta e penna e cominciò a far domande, scrivendo in caratteri cifrati le loro risposte. Tutte parlarono sinceramente, nome  cognome età mestiere e, dulcis in fundo, la motivazione della loro venuta.
– Perché diavolo volete cantare in un coro e non ve ne state a casa vostra sotto la doccia a scassare i timpani ai vostri vicini? –

La donna era scortese ma dichiarò di essere una segretaria part-time addetta alla valutazione dei talenti e non la direttrice del coro. Comunque, dato che non si era presentato nessun altro e voleva andare a casa entro mezzanotte, non perse tempo a sentirle. Le prese tutte, con lo scopo di costituire un coro di sole donne che si sarebbe chiamato cantEN e avrebbe iniziato le prove il 1° gennaio 2018 sotto la direzione di un famoso maestro che doveva arrivare dall’estero.

Uscirono contente, si fecero dei selfies e si scambiarono i numeri di telefono creando anche un gruppo whatsup. Poi ognuna andò a casa propria aspettando la convocazione per le prove.

Una prima email purtroppo annunciò che il maestro aveva avuto un improvviso problema di salute e si trovava in un ospedale russo per una delicata operazione al nervo sciatico. Una seconda email avvisò che il maestro stava meglio ma uno sciopero lo tratteneva a Varsavia e che intanto studiassero gli spartiti. Cominciò a mandare uno spartito al giorno, a volte anche due, e le nostre iniziarono a riunirsi per capire che musica fosse, consultare youtube e ordinare i fogli in enormi quadernoni neri.

Passarono mesi, settimane, giorni. Il maestro ebbe ulteriori problemi di salute e non arrivò mai alle prove. Le donne impararono da sole a leggere le note, a cantare e a vestirsi per concerti puramente immaginari.

Visitarono teatri,  cappelle e bettole, si riunirono a turno nelle loro case per provare i pezzi corali. Costituirono così il primo nucleo del coro CantEN di cui andiamo  a narrarvi le avventure.

Non prima però di avervi presentato ad una ad una le talentuose.

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